giovedì 1 marzo 2012




Dall’avvento di una architettura esplicitamente legata al mondo dell’industria alla rifondazione etica del secondo dopoguerra, dall’esplosione della società e dei consumi di massa, all’emergere delle nuove concezioni di contesto, di paesaggio, di ecologia e di informatica Architettura e modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica ripercorre in forma saggistica, evidenziando i protagonisti e le vicende di maggiore centralità, gli ultimi otto decenni della storia dell’architettura contemporanea.

Concepito completamente ex novo, il volume si distingue dai manuali che offrono una edizione ampliata di Storie dell’architettura nate attraverso chiavi interpretative di decenni or sono. La riscrittura del passato parte in questo libro dall’oggi ed è in rapporto all’emersione del paradigma informatico che caratterizza gli orientamenti più innovativi dell’attuale architettura. Il volume si inserisce così in una trattazione saggistica che trasmette il senso dell’impegno e delle responsabilità future, in una visione della Modernità come tensione sempre presente nelle grandi ricerche dell’architettura nell’affrontare le crisi di trasformazione che investono il mondo, la società e gli individui con un insieme di scelte estetiche, organizzative, tematiche e spaziali ad un tempo.


Antonino Saggio, architetto, è il coordinatore del Dottorato di ricerca in Architettura Teorie e progetto,  professore di Progettazione architettonica e urbana a Sapienza Università di Roma e membro del Dipartimento di Architettura e Progetto. Ha insegnato e tenuto conferenze all’estero. Dirige la collana “La Rivoluzione Informatica” che ha contribuito ad un rinnovamento del pensiero architettonico contemporaneo.  Tra i suoi libri si ricordano: Giuseppe Terragni. Vita e opere, (Roma-Bari 2005), Frank O. Gehry (Torino, 1997), Peter Eisenman. Trivellazioni nel futuro (Torino, 1996), Louis Sauer (Roma, 1988), Giuseppe Pagano tra politica e architettura (1984) e per questo editore Introduzione alla Rivoluzione informatica in architettura (Roma, 1997)



Contiene: Indice, Introduzione, Paragrafo e immagini iniziali di ognuna delle otto parti del volume, Indice dei nomi,  Bibliografia



Alcune recensioni

Paolo Ferrara a
Chiara Testoni, b
Carlo Coppola c
Brunetto de Battè d
Roberto Gamba e, j, 
Andrea Bonavoglia f , 
Antonello Marotta g
Valerio Mosco h
Cutrì, Causaurano, Vitale i .


Open class discussion 
Dottorandi e studenti 2012 and video interview >

Approfondimento con Letture critiche a partire 
dal volume da parte dei dottorandi 2016 >>



Presentazioni

Livio Sacchi, Maurizio Unali e AS U. Pescara a
Alessandro Anselmi, Franco Purini, Sacchi e AS InArch Roma, b
TTU Lecture series c
Politecnico di Torino Lecture d
Polis University Tirana e
Università di Trieste g
Clup Milano, f
Università di Matera, Sichenze, g
Università la Sapienza, Greco, f


Testimonials

Un testo straordinariamente denso che descrive oltre settant'anni di architettura attraverso i due paradigmi dell'«età della macchina» e dell' «età dell'Informazione». Più che un manuale, il libro è un manifesto di una maniera di pensare l'architettura e la sua critica redatto con una scrittura appassionata che connette teorie, opere e personaggi (spesso misconosciuti) in un quadro coerente e infine persuasivo.
Luca Lanini ivi

I felt that you´ve put all the essentials in a new perspective, which makes the profession of architectural history important again, since history is and must be re-written and re-viewed every day, which makes retrospect an aspect of the now, just like the prospect of the future is an aspect of the now.
Kas Oosterhuis

Il libro cerca un dialogo con il lettore giovane con lo scopo di creare uno sguardo vivo sul presente,  tale da far capire le ragioni e offrirgli una possibile strada non solo interpretativa, ma più intimamente progettuale. Di fatto è un libro politico. Se in questa accezione intendiamo la costruzione di uno spazio attivo tale da generare una società che ragiona in termini di merito e di impegno sociale.
Antonello Marotta

Antonino Saggio

Architettura e modernità
Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica

Frecce
Carocci  editore
Roma 2010
€ 43,70
pp. 468  fig 442 b&n ISBN 9788843051649


Acquista / Buy  



TRADUZIONE IN ALBANESE 2016







Prefazione al volume in versione Albanese di Sotir Dhamo
Traduzione a cura del prof. Sotir Dhamo con Ermal Hoxha, Dorina Papa, Ardit Lila, Ledian Bregasi consulente Antonino di Raimo, Polis University di Tirana rettore prof. Besnik Aliaj



sabato 20 febbraio 2010

VIII. 31. Thom Mayne, Morphois, Uffici Caltrans, Los Angeles (Installazione di Keith Sonnier) 2001 2004






... Si è circondati da schermi. Sia quelli televisivi, che diventano sottilissimi, sia da quelli dei PC, telefonini, navigatori, lettori di musica, videocamere, fotocamere eccetera. Questa onnipresenza dello schermo determina nell’abitante della città una condizione di avvolgimento, se non di bombardamento, da schermo e una condizione appunto strutturalmente digitale...

Dal Cap. 31 Espressioni digitali p. 409

lunedì 1 febbraio 2010

VIII. 31. Foreign Office Architects, International port terminal, Yokohama 1995-2002

Video montaggio L. Sforza 2010

...Lo strumento di controllo del progetto è interamente digitale e i due giovani architetti
(Farshid Moussavi e Alejandro Zaera-Polo) riescono a portare a
termine l’opera sperimentando pezzo per pezzo il nuovo know how
informatico, progettuale e tecnologico. L’interesse del progetto non è
tanto nella specificità dell’idea architettonica – un’idea come dicevamo
ampiamente dibattuta – quanto nella grande scala della realizzazione,
nella messa a punto di appropriati strumenti informatici di
controllo sia della progettazione sia del cantiere e nell’affermazione di
architetti di nuova generazione sullo scenario internazionale ... p. 405

VIII. 33. Diller + Scofidio, Blur, Neuchatel 1998-2002







..La nuvola entra in costante mutazione con l’edificio, lo cambia costantemente facendo emergere ora una prua, ora una terrazza, ora un ponte, ora nulla. Senza la lettura e la trasformazione delle informazioni ambientali, ci sarebbe solo la pura ossatura metallica

Dal Capitolo 33. Fluidità e nuove connessioni
Video you tube*

giovedì 28 maggio 2009

VII. 27. Daniel Libeskind, Victoria&Albert Museum, Londra 1996


Buon Video

...Alla metà degli anni novanta un’altra grande prova. La spirale che si avvinghia nello spazio assunta al moto della crescita del sapere e della vita nell’ampliamento del Victoria&Albert Museum a Londra, il tempio delle arti applicate.. (p. 349)

giovedì 21 maggio 2009

VII. 29. Peter Eisenman, Chiesa del 2000, Roma 1996








... uno straordinario progetto, un canyon abitato dove si svolgono funzioni religiose anche teletrasmesse a distanza. Elaborato e portato avanti anche successivamente al Concorso (perso per il rassicurante progetto di Richard Meier realizzato a Tor Tre teste) con un plastico e molti nuovi disegni curati appassionatamente dagli architetti Cristian Pongratz e Maria Rita Perbellini in quella fase collaboratori dello Studio Eisenman a New York ...

Dal Capitolo 2 Processi di progettazione in Peter Eisenman

martedì 27 febbraio 2007

VII. 20. Claude Parent, Sainte Bernadette a Nevers del 1966

Particolarmente interessante era stata la loro chiesa di Sainte Bernadette a Nevers del 1966 in cui trasferivano quasi direttamente un loro originale studio sui bunker tedeschi lungo le coste atlantiche. ...

sabato 14 maggio 2005

V. 13. Ludwig Mies Van Der Rohe, Stadt Gallery Berlino 1962-1963








seier+seier+seier's photostream



...Su questa strada Mies non può che inseguire archetipi antichi, come quello del tempio basamentale della sua StatGalerie, che realizza in una Berlino che ora interpreta attraverso il neoclassicismo di Schinkel ...

Capitolo 13. Funzioni diverse: Wright, Aalto, Gropius e Mies

V. 13. Ludwig Mies Van Der Rohe, Seagram Building, New York 1956 ca


..un modello di perfezione che da allora avrà innumerevoli repliche mai all’altezza della dell’originale..

dal Paragrafo 13. Il paradigma vincente

domenica 27 febbraio 2005

V. 15. Le Corbusier, Cappella Notre-Dame du Haut, Ronchamp 1950-1955

... in cima ad una collina sorge un muro sagomato da una parte in maniera rettilinea e dall’altra curvilinea. Delimita una cappella in cui la luce penetra da profonde e asimmetriche incisioni che fanno tesoro delle ricerche che accompagnano la pittura dell’espressionismo informale di Hartung, Vedova, Fautrier...

dal Cap. 15. La Liberazione della forma


Buon Video

mercoledì 14 maggio 2003

III. 6. Ludwig Mies Van Der Rohe, IIT campus, Chicago, 1938 e seguenti







Crown Hall

..lascia la Germania per diventare il direttore dell’Illinois Institute of Technology di Chicago con l’incarico di progettare il piano d’insieme del nuovo campus e diversi dei suoi edifici. Con questo progetto statunitense si consuma un arretramento sensibile e drammatico della sua ricerca. Proprio chi aveva compreso come realizzare in un insieme interagente e continuo lo spazio interno e quello esterno abbandona...

Capitolo 6. Mies Van der Rohe. Dello spazio totale

martedì 13 maggio 2003

III. 11. Frank Llyod Wright, Johnson Wax Headquarters, Racine 1936-1939






... nell’immaginario di Wright un edificio per uffici è anche diventato una comunità vivente, pulsante, in evoluzione dinamica verso l’intorno.

(dal paragrafo 11.8 "Keep Piling")


martedì 8 aprile 2003

III. 11. Frank Lloyd Wright, Casa sulla cascata, Bear Run 1935






















... Ma insieme a questi temi la casa non è più in alcun modo associabile a icone figurative, o a contrasti armonici di forme e materiali perché esprime tensioni che senza i temi sondati da tutta la nuova arte sa rebbero incomprensibili... p. 145


Video Buono (suggerito da Maria Pia Cosentino ITCaad 010)

11. Mr. Wright la Sovranità dell'individuo

sabato 4 gennaio 2003

III. 10. Giuseppe Terragni, Asilo Sant'Elia, Como 1936-1937








L’archetipo originale, il blocco compatto, e con esso la rigida divisione in tre fasce, vengono così pervase da una profonda riconsiderazione per le esigenze di una natura assunta a parametro oggettivo (di luce, di aria, di protezione), ma anche di ispirazione.

Dal paragrafo 10.9 L’asilo Sant’Elia. Oltre il funzionalismo
video youtube (individuarne uno migliore)

martedì 14 maggio 2002

II. 6. Ludwig Mies Van Der Rohe, Uffici nella Friedrichstrasse, Berlino 1919







Nell’andamento appuntito del perimetro il disegno ricorda quelli delle antiche fortificazioni rinascimentali: lo scopo è infatti la massimizzazione delle superfici esterne per aumentare le pareti illuminanti e per moltiplicare le viste.

Dal Capitolo 6. Mies Van der Rohe. Dello spazio totale

lunedì 22 aprile 2002

II. 7. Ludwig Mies vand Der Rohe et al, Siedlung Weisenhof, Stoccarda 1927








Top Mies, Block center view of the Siedlung, Bottom, Le Corbusier. All pictures quote: by Antonino Saggio, Architettura e Modernità, Carocci 2010

Mies comincia a studiare il piano del quartiere attraverso un plastico che esprime in una dimensione urbanistica la sua concezione spaziale: un insieme di piastre di uno o due piani completamente astratte (riuscirà anche nella realizzazione ad uniformare le coperturein lastre piane e il colore nel bianco) che non seguono allineamenti preordinati, ma segmentano lo spazio lasciando fluire un invaso sull’altro ... p. 83

lunedì 21 gennaio 2002

II. 4 Cornelis van Eesteren and Theo van Doesburg




Anonymous. Théo van Doesburg (right) and C. van Eesteren (left) working on their architectural models in their studio in Paris. 1923. Photo. Rotterdam, Netherlands Architecture Institute.